HomeBlog Notes EditoriaBasta con la letteratura istruttiva, che vuole insegnare!

Basta con la letteratura istruttiva, che vuole insegnare!

Silvia Blezza Picherle – 9 novembre 2023

Osservando negli anni la produzione dell’editoria per bambini e ragazzi, rimango sempre più allibita nel vedere come ci sia una forte involuzione, un vero e proprio regresso.

In che senso? Perché sono considerevolmente aumentati albi e narrazioni che vogliono insegnare (valori, comportamenti corretti, lezioni di vita).

Nei manuali di Storia della Letteratura per l’infanzia da moltissimi decenni in Italia, ed ancor prima all’estero, tutti gli studiosi e ricercatori hanno sottolineato che i libri per bambini e ragazzi non devono insegnare in modo esplicito. In Italia già dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso è stato scritto questo, a chiare lettere e ribadito dagli scrittori stessi. Pensiamo alla scrittrice Angela Nanetti che ha sempre sottolineato come lei non vuole insegnare né lanciare messaggi (in Blezza Picherle, 2007, Raccontare ancora, Vita e Pensiero ). Ma molte altre sono le testimonianze.

Consiglio vivamente tutti coloro che lavorano con i libri per ragazzi e la promozione della lettura di studiare i manuali di storia della letteratura per l’infanzia, tantissimi a partire dal 1913 ad oggi.

In essi si coglie l’evoluzione “artistica” di questa letteratura. Non deve essere più istruttiva, non deve “insegnare” alcunché, non deve trasmettere una morale. Perlomeno parliamo della Letteratura di qualità, quella che ha subito questa significativa evoluzione.

Certo nel passato la letteratura per ragazzi istruttiva lo è stata, eccome, ma ci riferiamo all’Ottocento ed a buona parte del primo Novecento, con qualche scivolamento morbido nei primi due decenni del secondo dopoguerra.

E allora?

Perché vedo pubblicazioni, sempre in aumento, che usano le storie per insegnare ad essere gentili, a chiedere scusa, e molto altro ancora?

Perché vedo la corsa degli insegnanti a proporre queste narrazioni?

Perché si continua a chiedere il messaggio o che cosa ci insegna la storia o il romanzo quando si sa che nei migliori autori tutto ciò non c’è. I migliori scrittori non vogliono insegnare nulla e non vogliono lanciare messaggi.

NO, così non va bene.

Queste pubblicazioni, recenti e in continuo insensato aumento, fanno regredire questa letteratura, togliendole dignità. Inoltre, non rispettano il bambino e il ragazzo, che hanno diritto ad avere una letteratura di qualità, che non ripeta i cliché del passato, che tenga conto dei loro autentici bisogni narrativi.

Se l’editoria propone è il docente o il promotore di lettura che decide, e dovrebbe decidere di non proporre queste narrazioni, a prescindere dalla casa editrice e dal nome dell’autore.

Forse anche una conoscenza essenziale della Pedagogia, della Filosofia dell’educazione, della Psicologia servirebbe a TUTTI, editori, insegnanti, promotori, blogger e chi dispensa consigli bibliografici e didattici sul web

per capire che

I valori non si trasmettono con le storie
Altro è il modo per educare ai valori

I bambini (a partire dal nido) e i ragazzi
vanno alimentati con narrazioni di qualità
che non mortifichino la loro intelligenza

    Vi lascio alcune testimonianze e riflessioni “scientifiche (di scienze umanistiche parlo) nel pdf che vi allego

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